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Barbolo e Fraccola

fiaba di Veronica Irsara

C’era una volta, nella bellissima valle dai mille fiori, un omone grande e grosso di nome Barbolo, che era sempre contento e allegro. Per forza! Aveva tanti amici, tutti animaletti simpaticissimi e divertenti.

Un brutto giorno, però, mentre stava seduto davanti a casa sua, si avvicinò di nascosto il nanetto Fraccola, che più volte era passato di lì a spiare l’allegra compagnia. “Uffa, Barbolo è sempre felice e contento con i suoi amici, mentre io sono sempre solo e non ho nessuno con cui giocare e divertirmi; ma adesso gli farò uno scherzetto!”

Fraccola mosse la bacchetta magica e pronunciò queste parole: “Lontano dagli amici sarai, del grigio mio cuor prigioniero, finché Barbolo tu non troverai per me un amico sincero!  Fric-frac e libero già più non sei!”

Puff! All’improvviso Barbolo si trovò in un posto grigio e freddo, senza i suoi compagni. “Cos’è successo? Dove sono capitato? E dove sono tutti gli altri???” gridò Barbolo e, sconsolato, si mise a sedere su un grande baule e iniziò a piangere e a disperarsi. Ma, tutto ad un tratto si accese una lampadina che disse: “Finalmente posso dare la mia luce a qualcuno… ma perché piangi???”

E l’omone rispose sorpreso: “Mi chiamo Barbolo e stavo con i miei amici, quando all’improvviso mi sono ritrovato qui e non so perché.” “Te lo dirò io,” disse la lampada “ti trovi nel triste cuore di Fraccola, il nanetto mago, che non sopporta la gioia altrui perché è sempre solo. Se vuoi uscire di qui e ritornare a casa, devi trovargli un amico.”

Cosa? Come poteva fare Barbolo per trovare degli amici a Fraccola, che era così antipatico e geloso? “IDEA! Nel grande baule sul quale si era seduto prima, Barbolo trovò della stoffa colorata, un ago, una forbicina e del filo. “Mmhh,” disse “adesso so cosa devo fare!” Barbolo iniziò a cucire dei pupazzetti bellissimi e molto colorati, che somigliavano tanto ai suoi animaletti, mentre la lampadina che si chiamava Lucia gli offriva la sua luce.

Così, mentre cuciva, Barbolo raccontava storie divertenti sui suoi compagni di gioco. Il ricordo delle gioie passate e la voglia di rivedere gli amici, gonfiò d’amore il cuore di Barbolo che strinse a sé tutti i pupazzi di stoffa che aveva cucito. In questo modo, l’amore e la gioia provati da Barbolo colorarono e scaldarono il cuore di Fraccola, che si vergognò molto per quello che aveva fatto. E, siccome era uno stregone buono, cercò di riparare il danno che aveva fatto.

Prese la sua bacchetta magica e muovendola pronunciò: “Caldo e colorato adesso è il grigiore, grazie Barbolo, grazie di cuore.”

L’omone ritornò dai suoi cuccioli, che lo accolsero allegramente, e venne anche Fraccola per farsi perdonare e offrirgli la sua amicizia. Barbolo fu contento e dimenticò, perchè a volte anche gli amici possono sbagliare.

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